sabato 9 settembre 2023

Il suo anelito alla tomba

Porto Mantovano , Di rientro dall india, finchè la mia vita non si eleva agli esuli pensieri dei miei cari che vi ho lasciato. per potere seguitare ad aiutare i quali è ben poco quello che mi consento/mi consento ben poco, e finchè la mia mente non s’intona alla perseveranza tragica in una vita di studi e di scritti che interessa solo me stesso e mi vota al fallimento, in tutto e per tutto, la mia esistenza è quella di una perfetta Barbie, votata alla perfezione integrale del suo ristretto ambito di vita. Apro gli occhi e mi voto obbligo a non uscire di casa finchè tutto non sia rimesso in ordine, il mio letto, la mia persona fisica, ritemprata dal bodie shampo di pino silvestre e di muschio sotto la doccia, la cucina dove tutto dev’essere rigovernato, a iniziare dalle stoviglie che siano depositate nell’acquaio, prima della puntuale assunzione di tutte le medicine abituali. Sono stremato ma in pieno accordo con me stesso quando esco di casa, una prima, una seconda volta, perché devo ricontrollare ogni volta che i rubinetti in cucina e nel bagno siano chiusi, spenta la spia del boiler. La cassetta della posta non da i segni di alcuna mancata consegna, meglio così, del resto si sa già, in ordini e rese, sullo smartphone, quando occorre iniziare a palpitare per l arrivo e-commerce del kimono o del libro che viene da Toledo, America. di miniature indiane mughal, restando in devota attesa durante tutto l orario che ti è stato indicato di una possibile consegna. Esco, finalmente, altrimenti, e mi ritempro al solito bar, scontandovi la presunta solitudine consueta dei numeri primi, di chi perché eccelle crede di non trovare compagnia di discorsi, nel godermi i il solito cappuccino con la solita brioche, che precede la lettura dei giornali che così evito di comperare. Ineludibile poi la puntata nell’ ipermarket, secondo i dettami della magnifica ossessione di acquistare e di rimpiazzare ogni volta ciò che il pranzo e la cena del giorno avanti sono venuti a far mancare. Insieme a quanto occorre per nuove varianti del solito regime dietetico. Che è mai un’estate senza couscous e insalata greca. La solita suite anche oggi di aglio e acciughe e poi pomodoro, olive e tonno e capperi e una manciata di origano e di basilico fresco. Dio che al di là di tutto ci assolve di tutto, l Altissimo che non inquieta e non dà più risposte. che ci fa ancora, dopo il pasto fugace mi chiedo sciacquando già i piatti al lavello, , questo tappo che non rientra in alcuna raccolta differenziata. Così, vuole che m interroghi il nostro stile di vita. Certo, dopo pranzo sul piccolo sofà, i media e i giornali mi recano più precise notizie dal mondo che in sé sono drammatiche, di guerre e crolli di potenze e catastrofi ambientali, di morti di personaggi famosi, ma in questo lembo di mondo la storia almeno ci ha conquistato assicurato la facoltà di poter restare e vivere a distanza dai tragici eventi, al più ci investe il rincaro di mutui e prezzi-, l economia di guerra, bellezza-,o la grandinata che ha rovinato la macchina e il tetto del vicino di casa. Quanto alle morti illustri, che intima soddisfazione rispetto a tali celebrità che tutto potevano concedersi, poter sentire che non hanno e non sono più nulla, mentre noi abbiamo ciò che solo davvero conta e di cui non soffrono e insieme non godono più niente/ nulla, , la vita e vivere ancora. . Mors tua….vita mea. C’è pur giustizia a questo mondo, no? Di stanza in stanza, a ogni orinare o spuntino, tra una lettura e una scrittura e l’altra, il colpo d’occhio che controllo che tutto sia posto. se non è così, provvedendo all istante, disponendo una risistemazione più soddisfacente. Organizer, con dispenser, è la parola inglese che traduce alla perfezione ciò che la nostra vita domestica comporta ogni giorno, la ricerca di un’organizzazione e di una disposizione migliore degli oggetti di casa, della nostra casa, ove tutto evochi l immacolatezza,un ordine sempre più perfetto, guai alzare gli occhi alle pareti e rinvenirvi la ragnatela di un ospite ingrato, o abbassando il capo trovare briciole e lasciti di sporco o di residui organici, di cibo o corporei, sul pavimento, pilucchi, granulazioni, tutto va ripulito e lavato e sottratto alla polvere, già, la polvere, che su tutto si deposita e tutto insidia. Niente di troppo rigido, stiff, anzi, una scompostezza concertata. Certo, che quando il cibo che hai approntato si è rivelato squisito , e per la birra doppio malto la testa ti gira… Così passano le ore ed i giorni, , lasciando che oltre i vetri il sole e l’azzurro del cielo siano un oramai inascoltato e inutile richiamo a tentare di vivere ancora, in ciò perseverando in una compiaciuta autodistruzione continua, nel gusto acre del proprio reprimersi contro ogni illusione dei sensi, in un anelito continuo che sa di non perseguire ogni giorno che la propria morte anticipata fino al suo evento risolutivo. L una e l’altra mia esistenza riconciliate, quando finto è il capitolo che leggo e che scrivo e mi ritrovo nella mia casa in ordine, al telefono tutto che procede bene o la riconciliazione avvenuta.. Com è possibile aprire le pagine dfi yEats o scrivere quelle sul tempio Kandariya in una casa sporca. Ah, la caduta di capelli e forfora sulla scrivania metallica, ciò che si annida tra lettere e numeri della tastiera del computer . Più e più volte è stato un sordo appello alla tua coscienza, la vista di quegli oggetti fuori posto o disposti male. Finchè non è risalito in superficie improrogabile, e la lavatrice ha compiuto i suoi cicli, i quadri nei cassetti sono stati appresi, i rifiuti hanno trovato i ripostigli che li fanno invisibili Per tutto l’inverno invochiamo primavera, e in primavera invochiamo l’estate, e quando le siepi vibrano stracolme , giuriamo che niente è come l’inverno, e che dopo non c’è niente di buono, – la primavera non è ancora tornata – e non sappiamo che a turbarci il sangue è solo il suo anelito alla tomba. Yeats, William B.. Verso Bisanzio (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 420-424). Feltrinelli Editore. Edizione del Kindle. . Nella notte fonda, la pillola e uno stremante porno you tube, riconsegnandoci al più che mai agognato sonno.

SENZA PIU' LORO

Ora che sei senza più loro,// così cari e corrotti,// senza che lui si attenti, // tu in tanta dilettevole noia // uno dopo l’altro uccidi i giorni che passano, // annienti l’esistenza che ti resta,// tu ne fai sterile ogni virgulto, // senza più voce e canto, // di una vita senza musica//

Corte Giardino

Egregio Direttore, A inaugurazione avvenuta del Parco Giardino del Te, con concorso felice di un pubblico cittadino delle grandi occasioni, alcune considerazioni si impongono e vanno riproposte, che riduco al loro estratto conto finale, altrimenti di chi favoleggia l’inascolto è garantito. Dunque, innanzitutto il cosiddetto parco del Te è una corte-giardino, non un parco, ne è una riprova che il Sindaco medesimo l’abbia raffrontato alle Tuileries, che sono giardini. Tale nomea non è solo imprecisa, è fuorviante perché a tale corte-giardino oltre ai vari suoi pregi conferisce quello, che ad essa non spetta affatto, di essere un Rinascimento verde, o un polmone green , costituendo per lo più una distesa di erba rasata, energivora e di irrilevante apporto ambientale. Un polmone verde lo poteva essere invece la riserva dell’ex lago Paiolo, per il quale il Sindaco non si è speso per nulla, e comunque un vero Parco o bosco non poteva aver sede in tale sedime del Te. Di certo non bisognava lasciare tutto com’era, l’area andava riordinata, ma nel rispetto non soltanto del Te , bensì, non di meno, delle funzioni che tale prateria assolveva. Per questo era preferibile il quadro progettuale di giardino approntato per l’ Unesco da Paola Eugenia Falini e Patrizia Pulcini, prima di tutto perché nella sua maggiore semplicità esso era più consono al contesto del Palazzo del Te. E le sue praterie centrali, senza stanze dintorno che ne limitassero l’ estensione, che casomai era meglio allineare sui lungolaghi, erano quanto mai flessibili e polivalenti, in quanto bastava uno sfalcio e potevano essere convertite in campo della fiera, o altrimenti in prato di esibizioni di mostre e in luogo di raduni e di manifestazioni, quali il gay pride e Vaisakhi, la festa della primavera dei sikh, e pur anche in arena per grandi spettacoli e concertoni e concertini. Ma non è ugualmente versatile anche l’attuale? Ne dubito fortemente, e non solo per le ragioni già esposte , ma in quanto la corte giardino del Te, in contrasto a com’è stata felicemente invasa nella sua inaugurazione, ha uno spiccata connotazione di parco d’elite, come attestano la pretesa di separare i turisti da sportivi e tifosi tra chi accede alle sue vicinanze, l’ assenza di bagni e di carrozzine e sedie a rotelle per gli anziani e gli invalidi, mentre sono stati approntati anche servizi inaugurali di assistenza veterinaria, o un’aiuola per lo yoga nel via vai, banalizzato a fitness, davvero una figata pazzesca Almeno risparmiandoci le panchine di Notting Hill, già in programma. Al postutto, va concluso che non è il bello o brutto il solo criterio di valutazione di un’opera architettonica e urbanistica, lo sono anche la sua consonanza con ciò di cui c’è più bisogno, in assoluto e nelle attuali contingenze, di pandemia inestinta e di economia di guerra, i costi e i modi e le forme in cui si è giunti a deliberarla, se sono state democratiche e partecipative e un concorso di idee e di piani, o impositive d’imperio, con la braveria di un signorotto locale che faccia intendere “ questo Parco s’ha da fare come dico io, o… è come…” . Ne è altresì un criterio indispensabile di valutazione quanto l’opera nel tempo possa durare e non ammalorarsi , in un clima che si va facendo subtropicale, e quali ne siano gli oneri di manutenzione. Come per dire, non è che un tiramisù per quanto libidinoso sia il meglio della vita per un diabetico. E un’ opera del genere non può essere fatta assurgere a opera di regime, non può divenire come già Piazza Leon Battista Alberti la bella che sia la favorita del Sindaco Duca, alle cui grazie indiscusse una cittadinanza debba soggiacere cinguettando in una piaggeria desolante, quasi che si fosse ancora alla corte di Vincenzo I Gonzaga . Il cosiddetto Parco attuale è dunque lecito e ragionevole sia criticarlo che esaltarlo, ma discernendo tra critica seria e critica campata per aria, o insulto gridato, tra assenso di claque irriflessivo, e intollerante, e assenso motivato e coscienzioso, tra argomentazione e oltraggio beffardo. Odorico Bergamaschi

Mi strazia volere così bene a Kailash

Mi strazia volere così bene a Kailash, e che non mi pesino quanto su di me dovrebbero gravare le sue pene d’amore, le più dolorose delle sue sofferenze dopo la perdita di Sumit, dopo il suo errare mentale provocato dalla disperazione che volessi lasciarlo per Anas e le sue grazie. Gli ho chiesto l altra sera, al suo rientro in famiglia, quanto gli dispiacesse avere lasciato la città di Rothak e l hotel Maharaja forse per sempre, e come sempre mi ha risposto in termini percentuali “ Soffro per il 30% . E soffrirei per il 50% ed anche di più, se quando a lei ho restituito le 1.000 rupie , non mi avessi detto solo grazie. E nient’altro. Se al meno mi avesse chiesto se farò ritorno, o quando potrei fare ritorno. Niente.” E se non si fosse comportata come si è comportata negli ultimi mesi. Niente Scherzi, battute. Non più una sola parola” ……….23 agosto ’23 Good night my dear friend Good night my dear friend Di nuovo tra noi questo affetto intramontabile, dopo che oggi, anziché deprimerlo in Rothak , lo ha risollevato dai suoi affanni mentali che gli ritelefonassi perché riconducesse il figlio Ajay alle ragioni familiari, la smettesse di insistere che vuole andare a lavorare prima di concludere gli studi, e quando ancora la famiglia richiede che ne sia il perno in Khajuraho. E si è profuso in un elogio sconfinato della mia intelligenza e conoscenza superiore, di cui non trova traccia nei suoi superiori che si avvicendano. Che vuoto interiore, talmente la vita è l età mi hanno reso in senziente e vorace di morte, l’ammanco dei sensi in cui dentro di me i suoi giri di parole si rivolgevano intorno a se stessi, in spirali intorniantesi su karma, dharma , paroupkar, sui ricordi dei nostri atti di generosità con conducenti di rickshaw e tuk tuk che rinnova per strada in Rohtak, accogliendoli come deliri da districare. Quanto alla sua lady l’amico cerca di non focalizzarla più di tanto, ma è lei, per quanto sia poverissima, --suo padre ripara scarpe per strada ed ella ha fratelli e sorelle da mantenere- che al tempo stesso rifiutando ogni scambio di sguardi e di parole provvede a prestargli denaro. Kailash restando in attesa di nuovo di un suo primo stipendio, al ritorno al lavoro, . A quanto sono riuscito a fargli finalmente dire, lei gli ha ricordato che ammira quanto lui lavori, la sua dedizione ai suoi compiti, ma lui è più vecchio , ha moglie, ha figli, una famiglia. Comunque sia lui potrà sempre contare sul suo aiuto, ad esso ella non verrà mai meno,. Ajay secondo il padre sragiona perché il troppo zucchero nel sangue gli dà alla testa, gli parlerà e tutto si acquieterà. Inutile ripetergli che non ha senso che Ajay insegua concorsi per titoli inferiori a quello che può conseguire con ancora uno sforzo ,dei concorsi in cui i competitors sono molti di più, legioni, e che ai vincenti riservano solo la metà della retribuzione che gli consentirebbe un titolo superiore. “La vita di studi è una vita di merda”, l ormai giovane uomo mi ha gridato stizzito, rivelando la vera infinita miseria della gioventù indiana, che solo sporcando la propria vita con il malaffare e il crimine ha reali speranze di farcela. Nel mentre così mi parlava rifiutavo di nuovo di rispondere al mio adorato boy friend, al mio Deepak, che tenta di eludere il mio blocco in whats app cercando invano ancora una volta di contattarmi con l app **. Mi ha mentito e ingannato ancora una volta, dicendomi che le 1500 rupie che gli avevo fatto avere gli servivano per il biglietto del treno per Goa dove mi aveva lasciato credere che sarebbe andato a lavoare. E' incantevole, bastardo e balordo, ma io non voglio affatto rovinarmi per fare di lui un nikamma e un muft khor, un buon a nulla e un parassita. E Ranveer , il mio amico perfetto, all’apparenza, tace più che altro, da che ha capito che non può chiedermi niente dell help che vuole ricevere da me. Il bel giovane Ranveer è l esempio estremo della mia delusa disperazione che tutti abbiano a chiedermi ciò di cui dispongono di meno, mentre nessuno ha il minimo interesse a ciò che io posso dare di unico e più prezioso, ai frutti del mio genuio e talento. Come mi ha detto che voleva diventare la più grande guida dell India gli ho tradotto in inglese il mio volumetto sui templi orientali di khajuraho, la sua formazione come guida colta in cambio di ciò che gli piace pur fare -“ Sono contento di quel che sono” e no, se non gli pago gli studi in Delhi per imparare le lingue- e i suoi, che sono proprietari di terre possono concederselo- niente di niente e si resta solo buoni amici, una virtuosità che per me è come un curry senza spezie piccanti, non accorgendosi che è così che il bravo ragazzo di cui ha tutte le meravigliose parvenze si mostra corrotto, non già per quel che fa, o altrimenti farebbe come bersi una limonata, ma perché lo fa e all’istante solo per denaro. Così invece di diventare con il mio ausilio una guida valente concedendomi quel che piace a entrambi, mi si sottrae e finiamo per perderci a vicenda, ricalcando le squallide orme delle guide di Khajuraho, che si sentono tanto più autorevoli quanto meno riservano di far vedere e di dire ai turisti, now You can go for taking pictures, tanto basti la loro sozzura, che per compiacere i turisti con volgari entertainments ne ha fatto dei templi s trtaordinari dei randi-ki-mandir, dei covi di puttane celestiali dedite a insegnare agli umani il kamsasutra. Si è invece fatto vivo all improvviso da Motihari Adhitya*, con ii più sorprendente dei contatti. Possibile che:?. Anche lui confermandomi come dicevo alla cara ragazza del bar che mi serviva al tavolo, che all we need is money., io per primo. L’ho stroncato in un sms dicendogli della mia povertà, , che solo vivendo ritirato in casa posso coltivare qualche speranza di aiutare i miei cari, che anche ai miei boyfriends ho dovuto dire di no, a ogni loro analoga richiesta di aiuto. “ E’ lei gay?“ Mi ha chiesto in replica “ “Te lo fa pensare il fatto che abbia usato la parola boyfriend per i miei giovani amici?” ho continuato al telefono” “Ritornerai a Motihari? “lui di rincalzo. Ma oramai si stava facendo troppo disinteressato a continuare a parlarmi, per stare a sentire perché sarei ritornato immancabilmente sulla strada di Motihari, se sarò di nuovo in India dovendo io raggiungere ogni 90 giorni la vicina frontiera a Raxaul con il Nepal, per potere continuare a restarvi altri 90 giorni al successivo rientro. Povero, adorato Kailash, che negli auspici e nelle sue certezze di un good look, di un happy future for our family , ignora quanto la rovina incomba su di noi, quanto restino per ora sogni quelli di Chandu, di diventare un cricketer frequentando l’Accademia di Indore. 120.000 rupie il costo della permanenza in hotel+school + Academy, come mi ha trascritto in un appunto. In Kailash c’è invero la straordinaria capacità indiana di risollevarsi da tutto e di darsi ancora speranze o intenti vitali, Anche se quando Certo se gli rammento le cose come stanno ed entro con lui in tensione, la sua mente si fa pesante, come mi dice, e si fissa in uno stato di desolazione. Uno stato che tento in ogni modo di alleviargli, uno sforzo immane, non abbandonandomi mai la piena consapevolezza della tragicità della mia perseveranza in studi, ricerche e scritture per cambiare il nostro futuro, nessun reale interesse e apprezzamento pere essi delle mie stesse amiche indologhe, nemmeno visitare le copertine dei miei libri, in assenza di titoli e fama una nullità scopntata da stuprare verbalmente per i miei interlocutori in facebbok e sulla stampa locale, in un Allor tutti a me convocata la claque intorno per il supplizio, in India sapendo già vano ogni intento che non lascerò certo intentato di tradurre in inglese i miei volumi virtuali di centinaia e centinaia di pagine sui tempi hindu più misconosciuti e sul Shajhahanabad dai Mughal a Kiji Rewal, sui miei percorsi in Delhi tra architettura tradizionale e contemporanea, per il mio insormontabile handicap di non capire nulla quando mi si parla in inglese,quanto più se è perfetto, che mi preclude ogni presa di contatto, ripugnante il disinteresse scontato di ogni government officer, il loro mi dica pure tutto quello che posso fare pere lei, che al più approda a un masala chai o a una limonata salata. Altre volte ha la leggerezza di ridimensionare prontamente ogni dramma, di trovare le parole e i modi più giusti per allentare gli stati di crisi, e se all origine del dramma vi sono le condotte di Ajay o di Chandu, mi risolleva con la sua certezza che saprà trovare con loro le dure parole giuste- In realtà è la sua confidenza in me fiduciaria e nelle mie opereche allevia nella sua mente gli oneri familiari, insieme con la sua refrattarietà ad assumerli in tutta la loro gravosità, per lui schiacciante, è la sua fede nella natura assolutamente divina del nostro rapporto , che gli danno modo di trovare vie di fuga dalla nuda realtà, in crude cifre, dei nostri dati drammatici, eludendone l impatto. Come quando più che dei rendiconti in disavanzo crescente del nostro bilancio famigliare, la sua mente settimane addietro si ostinava a preoccuparsi del management dell’ hotel, nella sua idolatria della property di cui è il servente più che un lavoratore assunto.. Kailash si era illuso fino a uno anno fa, che tale culto fosse un legame che potesse istaurarsi solo tra di lui e l hotel Harmony in cui ha lavorato per anni, l hotel in cui ci siamo conosciuti e del nostro primo amore, per il debiti formativo che vi aveva contratto con il suo proprietario, quando K era ancora un giovane costui avendogli insegnato rudimenti di inglese mentre il mio amico lo massaggiava come barbiere. Cambiando hotel e padrone si è reso invece conto che ogni hotel in cui prestasse lavoro diventava il suo tempio, e che in una sorta di proprio sacrificio perenne finiva per lavorarvi devoto alla property anche diciotto ore diurne, senza cedimenti, per la propert y alienandosi da me e dai suoi cari. Solo di notte sono sicuro che mi telefoni, lo stesso accade per i nostri congiunti, il che lo fa puntualmente ogni giorno, se non gli ho telefonato prima, disponendosi a sentirci quando è fuori servizio e ha raggiunto le stanze in cui dorme, a due chilometri di distanza dall hotel da percorrere a piedi. In famiglia, quando ero ancora in India, è stato capace di resistere in Khajuraho lontano dalla property non più di due settimane, pur di partire con destinazione la sua property e la sua lady accettando di viaggiare con un general ticket senza un posto a lui riservato. Solo il piacere irresistibile di viaggiare con me lo ha distolto dalla property per venire al mio seguito in Bihar, in Patna, Sasaram, Gaya, Rajgir e Nalanda, che ricordi…. Inutile, come in Khajuraho, ricordargli che è tenuto in considerazione dai suoi owners e captain e managers per quanto si presta a lavorare come uno schiavo, un gulam: già in Khajuraho nei turni di notte egli premurandosi di farsi trovare e sveglio ogni mattina alle cinque quando il padrone sopraggiungeva per assicurarsi che non dormisse, dopo le poche ore di sonno intercorse, da che a differenza degli altri in hotel aveva desistito di restare di guardia davanti alla reception, per avvistare i possibili clienti che sopraggiungessero per strada a notte fonda. Inutile dirgli in Rothak che poteva smettere come e quando voleva, visto che l orario di lavoro si era dilatato da 12 a 18 ore, senza , anche se lo si faceva lavorare dalle otto del mattino alle due di notte , che gli fosse riconosciuto alcun overtime, decurtata invece dalla stipendio ogni ora d’assenza, magari dovuta al bisogno di riposare intere giornate lungo dopo siffatti affaticamenti stremanti. E tutto questo, più per non essermi di peso economicamente e non sentirsi di vivere come un mio parassita, più che perché possa recare in ciò aiuto alla famiglia, 8.000 , 9.000 rupie lo stipendio mensile effettivo, il guadagno giornaliero in Italia di una giornata soda di lavoro Per cercare di ottenere comprensione nella sua irremovibilità per me allucinante, mi ha fatto un esempio folgorante sorto dalla luce del suo intrepido cuore “ Per me la property è come per te un tempio. Per vederlo e visitarlo e studiarlo fai di tutto e lasci da parte ogni cosa”. A dire il vero lui stesso di fronte a un bel monumento mi ha detto che s’incanta, dimenticando ogni sofferenza e mia insofferenza nel corso dei nostri viaggi. Di Chandu, il nostro tesoro comune, dice che è ancora troppo piccolo per avventurarsi da solo così lontano da casa per diventare unj cricketer, ma per l amico , che come me stravede per Chandu quanto condivide un’intima avversione per Ajay, Chandu è già più cresciuto mentalmente che Ajay, perché Chandu vuole diventare cricketer per rendere ricca la propria famiglia, noi tutti, e per fare si che di riflesso io possa avere fortuna come scrittore. Aa Ajay che si lamentava di avere già 23 anni e di non avere nulla in mano, cos’ ho risposto, la mia rampogna via via commutandosi in un doloroso raffronto con la mia stessa ingratitudine di figlio Sono diventato insegnante a 28 anni, come te essendo ingrato contro mio padre e mia madre, due povere persone che provvedevano a me in tutto e per tutto, tu sei più povero di un mendicante dicendo che studiare è merda, tatti, shit, sei simile in tutto ai lapkas di khajuraho. Tu sei malato, ti offriamo protezione, una casa, cibo, abiti, scooter e tuk tuk, di evitare di lavorare , ma tu rifiuti la sola ricchezza che possiamo offrirti, tempo libero per avere più conoscenza, e salvare pulita a e non prendere sporca la tua vita, come accadde ad Anas, ha ragione papà, tu pensi solo a te stesso e non alla tua famiglia.

domenica 11 giugno 2023

Poesie brevi

Da che te ne andasti,// oramai impossibile,// il solo calore che invoco// è la mia pira che arde// Ora che lascio l india per l Italia// Solo per ritrovarmi per ipermercati e farmacie // E nel solito bar, // Tra inaudite , inaudibili parole, // Come non morirne, // Al mio squallido ritorno// In che paese squallido// Che calore infuocato,// Tu a me davanti nel taglio di capelli carezzato// Del tuo capo adorato,// Io con te in moto// Come in un nostro giaciglio//

venerdì 28 aprile 2023

Quanto al Santo Natale

Se devo stare a quanto mi rivelano i post e le news che mi sono pervenute all’estero quanto al Santo Natale, direi che la scristianizzazione del nostro paese si è oramai perfettamente compiuta. Pare che per la quasi totalità dei fratelli e delle sorelle d’Italia demo leghisti esso oramai consista in un mero rito enogastronomico, nella celebrazione in famiglia delle sole proprie tradizioni culinarie più localistiche e nostalgiche, il cui tepore benestante sia di rifugio rifugio dai dolori e dagli orrori del mondo Ahh! Pulenta e cuspetun… !! Che saùr… che tradisiun! E istasera .. ghe i turtei!intant.. a s’fa l brodo di gnulin ( cit. Da dialetto mantovano) E intanto tutt un proporsi di brunch speciali per dare un sapore unico allo scambio di auguri, delle magie del natale di unici e inconfondibili chef, di benedizioni con o senza spergol di ricette nonnesche di antica tradizione, di disquisizioni goduriose su agnoli e tortelli, su che dolce preferire nella Santa notte o il di seguente , anello di monaco,torta margherita o torta delle mele giulia gonzaga. Ne è conseguito un fare a gara nostrano nel come chi è diviso e resterà poi diviso su tutto, possa ritrovarsi affratellato nei comuni gusti caserecci. Un mondo che finalmente si fa finzione per gli uni, un regressivismo spaventoso pere gli altri nell’antro del proprio passato remoto, che come la caverna di Platone è solo un riproporsi degli idola tribus e degli ameni inganni più atroci e fittizi di improbabili ricongiungimenti famigliari o di un patriarcato di cui le nostre rasdore furono i più feroci custodi nel trasmetterlo a figlie e nuore succubi: la madre o moglie ed amante che trova in cucina il suo adempimento, come se lo sgobbarvi per tutti fosse il solo suo luogo di elezione in cui trovare perfetta letizia , amate fino al tripudio fino all ‘ ultimo tortello- Chi ne vuole più di sapere di quanto lo spirito animi nostro malgrado anche la più vile materia, riempiendoci del vuoto della delusione per simili ricomporsi in famiglia , di ciò che miticamente barrano e insegnano i Vangeli quanto al Natale, di un Gesu nato in un’ oscura a locanda e morto in croce, ossia di amare e lavorare e ricercare e vivere in perdita una buona vita. Quando il Vangelo lo si è inscenato, è parso sia rimasto una rappresentazioni edificante per degli spettatori che restavano anch’essi solo dei figuranti impartecipi di un messaggio che non incarnavano affatto come uomini di buona volontà. Per l Epifania di un vero Natale, a tutti , comunque la si pensi e si viva il proprio essere uomini, da parte mia i soli tardivi auguri scomodi di Don Tonino Bello, ben rinvenibili in internet, a che si ritrovi a caro prezzo negli ultimi che ci fanno più ribrezzo, e da cui siamo scostanti, il sale e la luce della Terra.

testi poetici antecedenti

Che bastarde menzogne si dice l’amore, se lo sollecita l io ferito, dicendosi quale difficile e gran cosa sia amare ancora Chi anche se gli dai la tua vita, tutto, nevvero? resta più lo schiavo di ogni suo padrone che il tuo amico, Disdegnando che per lui ora che tutti lo chiamino oncle Addirittura un incanutito babbà, sia il massimo del rispetto di un’onorificenza servile, i loro spiccioli ben più di valore che il tuo lascito estremo Che solo per valere ai loro occhi vuole infine imparare la tua lingua, Ora chiamami anche tu solo Kailash,piccandosi, non più Kallu, che vuol dire negro, quando il vero è che quelle rupie sono la dignità di vita che non si debba chinare a te stesso, che dopo tre anni la tua ritardata partenza e per lui il differirsi di colui solo insieme al quale sa dire basta, a che ogni hotel in cui lavori diventi un suo tempio, il karma di un sacrificio perenne, senza recrimine dunque tu amalo anche solo, e più che mai, nella solo punta del naso che di lui appare nello schermo, nel solo lucore degli occhi che può riservarti perché solo di notte sa sottrarsi al divieto. Is not allowed… Nel loro nome assapori già il loro pene in bocca/ Karim, Salim, lazlo, toljam,Sereza Ti basta vederli, / e il tuo solo sguardo già li spoglia,/ l’accostarli già ne odora gli umidori genitali/ al deliquio dei loro occhi defluisce sperma Orazio Detesto la gentaglia e la respingo; sostenete l’alto canto; io sacerdote delle Muse intono carmi inauditi per i fanciulli e le fanciulle Vivrai di più nel giusto verso, amico mio, se non tenterai Sempre l’alto mare, ne al contempo per rifuggire di avventurarti al largo tempestoso, non ti intratterrai troppo In insidiosi litorali. Predilige l’aurea mediocritas, chi sta al riparo dal sordidume di fatiscenti tetti chi sobrio non s’attenta a un palazzo che susciti invidia Più spesso è sconquassata dal vento La mole del pino, e crollano con più franante rovina Le torri che si levano al cielo, e le folgori Si abbattono sui monti sommitali. Non disperare nelle avversità, temi il suo rovesciarsi Nella felice sorte, l’animo ben predisposto Il cielo che ci rimena lo sgradito inverno, è lo stesso Che ce ne libera. Se ora le cose volgono la peggio, Non sarà così domani, viene pure la volta Che la cetra di i Apollo ispira la tacita Musa , Anche se per lo più non tende l’arco dell’estro. Mostrati intrepido e forte nelle traversie, Come devi apprestarti a raccogliere le vele Se è troppo il vento in poppa La quiete dell’animo invoca dal cielo, chi Sorpreso è nell’ aperto Egeo, come un’oscura nube Oscuri la luna e le stelle più non appaiano Luminose ai naviganti, la quiete dell’animo La belligerante Siria, la quiete dell’animo La Giudea armata di tanks; peccato Non si comperi né con le gemme né con sete di lusso Né con l oro. Che valgono tesori o armati di scorta A fugare le perturbazioni della mente che ci infelicitano, o le angosce che volitano scorrazzano intorno ai bei soffitti a cassettoni. Vive bene con poco colui sulla cui parca mensa riluce La saliera paterna né il timore o la sordida brama priva della quiete del sonno. Perché, se così breve è la vita, così in alto Scagliamo nel lancio i desideri? Perché Vaghiamo raminghi in cerca di terre che scaldi un altro sole? Chi è esule dalla propria patria sfugge forse a se stesso? Scala navi di bronzo l’asillo incessante, istantaneo più del cervo veloce che dell Euro che scateni tempeste, L’amino contento del presente ciò che l’eccede Avrà ripulsa di rimuginare e le ambage allevierà con un quietato sorriso. Non c’è beatitudine ovunque ci si volga. Una morte precoce ci sottrasse James Dean, una interminabile vecchiaia prostrò il Tychhon , e chissà che la mia residua sorte mi conceda quanto a te neghi. Cento armenti di vacche sicule ti muggiscono intorno A te sollevano il rombo fuoriserie Relegate in scuderia, ti vestono abiti Di doppio kashmere, a me un o schietto destino Pochi campi diede e un i‘ispirazione sottile La mia arcaica Mus,a non ché il disprezzo/ un salutare sano disprezzo Per la ultra/stra aricca incolta gentaglia.