sabato 15 ottobre 2011

Raimon Panikkar Vita e Pensiero

Raimon Panikkar, Vita e Parola La mia opera, Jaca Book 2010


Vita e parola La mia opera, raccoglie tutte le varie introduzioni scritte espressamente da Raimon Panikkar per i vari volumi e tomi della sua Opera Omnia in corso di pubblicazione presso Jaca Book, poco prima della sua recente scomparsa nell’agosto del 2010, e può rappresentare la migliore introduzione al pensiero del grande teologo, o una sua preziosa sintesi, per chi intenda riprenderne i lineamenti e l’ispirazione di fondo.
Coloro, poi, che attenendosi al principio “ Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”, (1 TS, 5, 21), nell’accesso primario all’opera di Panikkar, o ad essa di ritorno, muovano dai testi spirituali di quei pensatori religiosi che per innovare il pensiero cristiano, in sintonia con lo spirito dei tempi, si sono contrapposti polemicamente ai magisteri ecclesiastici, vi troveranno il frutto di una mirabile saggezza che tutto ha anticipatamente pensato, recepito e ricondotto nell’alveo, di quanto in fedeltà al mistero di Cristo vi poteva essere recepito e raccolto, trasformandone le “ tensioni distruttive in polarità creative”(pg.36).
Raimon Panikkar, al contempo cristiano, induista e buddista per tradizione familiare, essendo figlio di madre cattolica, della borghesia catalana, e di padre aristocratico indiano, nel saggio Filosofia e teologia, di questa raccolta, nel tentativo di pervenire a comprendere insieme tali diverse vocazioni religiose e di realizzarne la comunione nella sua spiritualità personale, in un raccordo tra cristianesimo, induismo, e buddismo, che procedesse così come all’interno dei loro orizzonti di fede cristiani, induisti e buddisti, comprendono le proprie credenze, rivela che è la tensione originaria tra tali polarità religiose che l’intera sua esistenza ha cercato di rendere creativa anziché distruttiva, assumendole come complementari invece che esclusive l’una dell’altra.
Tale esperienza intrareligiosa è stata intrapresa da Raimon Panikkar in spirito di fedeltà al cristianesimo e nel rispetto dell’assunto, al contempo, di non violare altre tradizioni religiose, perseguendo alla loro luce l’esame critico della cultura contemporanea (pg. 102).
Il Dio in cui si è consolidata di conseguenza la sua fede è il Dio evangelico trinitario, perchè soltanto in esso Panikkar è pervenuto alla comprensione reciproca delle sue religioni di appartenenza. Solo il Dio che è Trinità e Spirito nel suo essere Amore relazionale,- non il solo puro Logos razionale in cui consiste il Dio dei greci e dei filosofi-, può essere l’unione di tutto ciò che se si è distaccati dalla sua rivelazione interiore si tende invece a pensare che sia separato.
Nel Dio che è Amore trinitario tutto, secondo il principio fondamentale della fede calcedoniana, si integra in un’unione di polarità che permangono distinte ma che non sono separate, innanzitutto nell’“unione, con distinzione, ma senza separazione, tra umano e divino” nell’ ”evento Cristico”.
“ L’evento cristico unisce la trascendenza ( divina) con l’immanenza (umana), ma senza cadere in alcun monismo- spirituale o materiale-, né in alcun dualismo metafisico. Non solo Cristo è totalmente divino e totalmente umano; anche l’uomo è chiamato ad essere pienamente umano e pienamente divino”( pg.32).
Oltre ogni dualismo, secondo lo spirito indiano advaita-adualistico-, la spiritualità religiosa è l’esperienza integrale della vita nella sua totalità, ossia è l’esperienza dell’interpenetrazione reciproca di Dio e uomo e mondo, ( secondo la concezione cosmoteandrica di cui Raimon Panikkar si fa continuatore). In essa l’uomo è coinvolto nella pienezza della sua trinitarietà di corpo, mente razionale e spirito (1) .“Dio- in tal senso- non è altro, un altro, per quanto grandioso lo si possa immaginare. Dio è tanto trascendente quanto immanente” (pg.24). Nell’essere tutto in tutte le cose “Dio non sta au dessus de la melée fuori da tutto, separato. Anche Dio sta all’interno di questa interpenetrazione del tutto con tutto”( pg.64)- dell’eterno con il tempo, nel presente della escatologia realizzata della “tempiternità”.
L’esperienza integrale in cui l’uomo, in quanto spirito incarnato, gode la pienezza della vita in cui si interpenetrano reciprocamente uomo, mondo, e Dio, è la mistica, nel senso proprio del termine, e in essa per Panikkar è riposto il futuro del cristianesimo
La mistica è l’ espressione della fede che proviene dalla stessa vita e di cui è capace ogni uomo, ogni volta che in lui pervengono ad un’unione trinitaria il corpo, nel piacere sensibile, la mente, come esperienza intellettuale, e lo spirito mitico-simbolico.
Lo Spirito è il divino del cuore che in noi, in quanto amore, come identità relazionale, sente di essere il tutto che è tutto se stesso in tutte le cose (2), e nell’amore del prossimo esso perviene ad amare il prossimo come un’altra parte di se stesso (pg.23).
Il Dio che è Spirito, in quanto Amore non è soltanto Logos, Verità, non è soltanto Essere intelligibile, un Essere totalmente intelligibile che si rispecchia nella sola coscienza logica (pg.80), lo Spirito, Sorgente apofatica, “ non inferiore né differente dal logos, ma neppure riducibile ad esso”( pg.83), né ad esso subordinato, in tale sua irriducibilità alla logica razionale è la ragione d’essere della stessa incommensurabilità del reale e della sua non trasparenza, della rivelazione della pluralità del reale nei veli di una pluralità di credenze e religioni,( pgg. 78-80), dell’ impossibilità, dunque, di una teologia, o religione generale, che sia universalmente compresa ed abbracciata, come è inattuabile qualsiasi corrispettivo pensiero unico.- Ma lo stesso Dio che è Spirito, poiché in esso tutto è in relazione con tutto, è la scaturigine stessa della possibilità nello spirito medesimo, - non già nella ragione soltanto-, di una mutua fecondazione fra le diverse saggezze dell’umanità, e di tale ibridazione il pensiero di Panikkar è tra le più illuminanti espressioni interculturali e interreligiose- , in seno al vincolo che nella tradizione cristiana “è lo Spirito, in quella hindu brahman”, e in quanto simbolo, mito, culto, “saggezza dell’amore” (3)

Note
1) o nell’essere egli, altrimenti, inseparabilmente, corpo( soma), psiché (spirito), polis ( società), e cosmo, una quaternità in cui si trova e si incontra integralmente il divino, tanto immanente quanto trascendente

2) Sulla purezza del cuore che presso tutte le culture porta all’azione giusta, Panikkar scrive a pg 86, in particolare.

3) In scritti in cui la lucidità critica si fa a volte aridità di tono, è mirabile tale illustrazione esemplare della superiore saggezza spirituale di Salomone “ Le nostre molte soluzioni vogliono tagliare il bambino in due quando non possiamo averlo per noi. La verità è nostra, come lo è il bambino. Ma per mantenere vivo il bambino, per mantenere viva l’umanità, per mantenere viva la polarità delle realtà umane, per mantenere viva la buona fede delle persone, per mantenere viva la libertà come la dignità più elevata, non possiamo giudicare con la Ragione soltanto. Salomone ci ha fatto vedere che il suo giudizio finale era quello corretto, perché quando interviene l’amore, quando il bambino è tuo, tu preferisci perdere, tu preferisci perfino essere battuto, ma il bambino deve vivere”(pg.82).

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